I progressi tecnologici hanno portato a stili di vita sempre più sedentari nei paesi sviluppati. Il comportamento sedentario, definito come qualsiasi comportamento in stato di veglia che richieda bassi livelli di dispendio energetico (<1,5 METS) in posizione seduta, reclinata o sdraiata, è associato ad un rischio maggiore di diverse malattie croniche, tra cui il diabete mellito di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.
Sono state inoltre segnalate forti associazioni dose-risposta tra comportamento sedentario prolungato e rischio di mortalità per tutte le cause e correlata a malattie cardiovascolari. L’accumulo di prove epidemiologiche che collegano un comportamento sedentario eccessivo a esiti negativi per la salute ha spinto a revisionare le linee guida sull’attività fisica.
Dal punto di vista evolutivo, l’esposizione al comportamento sedentario non è probabilmente un fenomeno nuovo. Tuttavia, l’attuale ambiente sociale e culturale si è evoluto in un modo da promuovere (e/o richiedere) periodi di seduta ininterrotta di lunga durata.
Fortunatamente, studi randomizzati incrociati hanno dimostrato che interrompere questo tipo di comportamento durante il giorno con varie modalità di attività o in piedi (ad esempio, pause attività/sedentarie) provoca un effetto favorevole sulla salute cardiometabolica.
Pertanto, si sostiene che il potenziale danno associato al comportamento sedentario prolungato, inclusi gli effetti dannosi sul metabolismo del glucosio sulla funzione vascolare, può essere mitigato con regolari pause da queste posizioni.
Sebbene numerose revisioni sistematiche abbiano riassunto l’effetto delle pause/interruzioni sulla salute cardiometabolica, la dose ottimale di pause/interruzioni in termini di frequenza non è stata ampiamente chiarita. Tali informazioni sono necessarie per fornire al pubblico raccomandazioni più specifiche per mitigare i danni del comportamento sedentario, oltre al semplice “stare seduti meno e muoversi di più”.
Nello studio di Yin et al. (Scand J Med Sci Sports. 2024 Dec;34(12): e14769. doi: 10.1111/sms.14769), gli autori hanno confrontato direttamente l’effetto di diverse frequenze di interruzione della posizione seduta prolungata sulla salute cardiometabolica e determinato i potenziali moderatori.
Sono stati identificati studi randomizzati crossover con almeno due interruzioni di frequenza rispetto ad una condizione di seduta prolungata. Si sono confrontati gli effetti in acuto dei protocolli di interruzione ad alta frequenza (≤ 30 min per sessione, HF) rispetto a quelli a bassa frequenza (> 30 min per sessione, LF) su vari aspetti della salute cardiometabolica, compresi il metabolismo del glucosio e dei lipidi, la pressione sanguigna e la funzione vascolare.
Sono stati inclusi tredici studi con 211 partecipanti (24-66 anni, 41% donne).
Il tempo di controllo sedentario incluso nello studio variava da 4 a 9 ore e le modalità di interruzione erano camminata (62%), semplice attività contro resistenza (23%) e stazione eretta (15%), con frequenze di interruzione ogni 15 (15%), 20 (15%), 30 (77%), 45 (15%), 60 (85%) e 120 minuti (15%) e durate dell’interruzione per sessione che variavano rispettivamente da 1 a 10 minuti.
I risultati hanno evidenziato che confrontando la condizione HF con quella LF, la HF ha avuto una riduzione significativamente maggiore del glucosio (9 studi [n = 740]; g di Hedge = -0,30, 95% CI [-0,57, -0,03], p = 0,03). Tuttavia, non vi era alcuna differenza nell’insulina (4 studi [n = 304]; g di Hedge = -0,22, 95% CI [-0,73, 0,29], p = 0,35), trigliceridi (3 studi [n = 484]; g di Hedge = 0,11, 95% CI [-0,10, 0,30], p = 0,29), pressione sanguigna (5 studi [n = 352]; g di Hedge = -0,06, 95% CI [-0,41, 0,28], p = 0,69) e dilatazione mediata dal flusso femorale superficiale (misurazione della funzione endoteliale) (3 studi [n = 98]; g di Hedge = -0,42, 95% CI [-2,43, 1,60], p = 0,47) tra le due condizioni.
Lo studio suggerisce che una frequenza di interruzione sedentaria più elevata potrebbe essere più efficace di un protocollo con frequenza inferiore/durata superiore per ridurre i livelli di glucosio. Sulla base di queste scoperte, interrompere il tempo sedentario almeno ogni 30 minuti potrebbe essere una strategia ideale per migliorare il controllo del glucosio.