Smentita la Paleo Dieta?

Smentita la Paleo Dieta?

Le affermazioni secondo cui dovremmo adottare una dieta “paleo”, povera di carboidrati e ricca di proteine, ​​si basano in genere sull’idea che i nostri antenati evitavano la lavorazione complessa dei vegetali in favore di pasti più semplici, composti da carne, noci, frutta e verdure crude.

Si presume che prima dell’avvento dell’agricoltura, gli uomini primitivi mangiassero molta carne e prodotti animali; sono stati, infatti, trovati siti archeologici disseminati di resti animali che recano prova di essere stati lavorati per il loro consumo. Poiché è meno probabile che la materia vegetale rimanga intatta attraverso i millenni, è meno chiaro quanta parte della dieta degli uomini primitivi fosse composta da radici, frutti, steli, fiori e foglie.

Inoltre, contrariamente agli alimenti di origine animale, le piante selvatiche spesso richiedono tecniche di lavorazione lunghe e multi-step, che implicano notevoli capacità cognitive e attrezzi avanzati per essere eseguite.

Si pensa che questi costi abbiano ostacolato il modo in cui gli ominidi utilizzavano questi alimenti e ne abbiano ritardato l’adozione nelle loro diete. Sempre più studi, però, stanno dimostrando che questo consiglio dietetico si basa su un equivoco. I denti e le ossa di cacciatori-raccoglitori umani pre-agricoli, vissuti circa 15000 anni fa in quello che oggi è il Marocco, rivelano che la loro dieta, a lungo ritenuta significativamente ricca di proteine ​​animali, era in realtà molto più orientata verso il cibo di origine vegetale. Sembra che le piante siano state state utilizzate anche per svezzare i neonati (Moubtahij et al. Nat Ecol Evol 8, 1035–1045, 2024. doi: 10.1038/s41559-024-02382-z).

Nello studio di Ahituv et al. (Proc Natl Acad Sci U S A. 2025 Jan 21;122(3): e2418661121. doi: 10.1073/pnas.2418661121), gli autori hanno riportato la scoperta di diversi taxa di granuli di amido, estratti da strumenti a percussione in basalto, rinvenuti all’inizio del Pleistocene medio (da 781000 a 126000 anni fa).

Il lavoro svolto da un gruppo internazionale di ricercatori presso il sito di Gesher Benot Ya’aqov (Israele) sulle rive del fiume Giordano, ha rivelato centinaia di diversi granuli di amido e altra materia vegetale attaccata ad utensili racchiusi in sedimenti, risalenti a circa 780000 anni fa.

Non solo questi sono i più antichi granuli di amido mai dissotterrati dagli archeologi, ma sono anche i segni di una dieta varia che va ben oltre la carne: i granuli erano collegati a ghiande di quercia, chicchi di grano e orzo, legumi e piante acquatiche commestibili come ninfee gialle e castagne d’acqua.

Gli strumenti su cui sono stati rinvenuti questi piccoli resti, in particolare martelli e incudini, suggeriscono che le piante fossero state scelte e lavorate appositamente, il che implica che i primi ominidi avessero sviluppato metodi complessi per estrarre nutrienti e calorie da diverse fonti di vegetazione. Questa scoperta apre un nuovo capitolo nello studio delle prime diete dell’uomo e del loro profondo legame con gli alimenti di origine vegetale.

Prendendo il nome dall’era paleolitica (circa 3,3 milioni-11700 anni fa), le diete “paleo” raccomandano di dare priorità alle proteine ​​di origine animale, basandosi sul presupposto che la fisiologia umana moderna si sia evoluta da antenati che avevano diete simili. Questo consumo di carne è stato identificato come una delle forze trainanti dell’evoluzione umana. Si è ipotizzato che la maggior parte dei materiali vegetali fosse troppo dura, tossica o impalabile per essere presa in considerazione.

Queste nuove scoperte suggeriscono che, anche centinaia di migliaia di anni fa, esistevano modi avanzati di preparare la vegetazione come fonte di energia, supportando alcuni studi precedenti secondo cui le piante hanno contribuito notevolmente alla crescita continua del cervello umano.

Questi risultati dimostrano ulteriormente le avanzate capacità cognitive dei nostri primi antenati, tra cui la loro abilità di raccogliere piante da diverse distanze e da un’ampia gamma di habitat e di elaborarle meccanicamente, utilizzando strumenti a percussione. Ciò, a sua volta, suggerisce che non possiamo sempre supporre che gli uomini primitivi facessero grande affidamento sui prodotti a base di carne e che le diete variassero notevolmente da cultura a cultura e da luogo a luogo.