Negli ultimi dieci anni, l’ampiezza di movimento (ROM) utilizzata in vari esercizi contro resistenza ha ricevuto sempre più attenzione, e rimane un argomento controverso tra i ricercatori.
Un gruppo muscolare che si dice sia influenzato dal ROM di flessione del ginocchio è il quadricipite femorale. Sulla base di diversi risultati, alcuni ricercatori hanno postulato che l’esecuzione dell’esercizio di Squat a circa 90° di piegamento del ginocchio (0° rappresenta l’estensione completa), potrebbe essere sufficiente per massimizzare l’ipertrofia muscolare del quadricipite femorale. Tuttavia, durante lo Squat, sia i rapporti tra i segmenti corporei che la mobilità della caviglia, possono influenzare la capacità di un individuo di eseguirlo con un ampio ROM.
La Incline Leg Press 45° è spesso considerata un’alternativa allo Squat per l’allenamento del quadricipite femorale. Questo attrezzo può facilitare angoli di piegamento del ginocchio più profondi rispetto agli Squat, eliminando la necessità di contatto del tallone e quella di bilanciare il centro di massa all’interno della base di appoggio formata dai piedi.
Inoltre, in una Leg Press i piedi possono essere posizionati in basso sulla pedana, aumentando potenzialmente il ROM di piegamento del ginocchio e il momento relativo dei muscoli estensori del ginocchio. Aneddoticamente, alcuni soggetti eseguono l’esercizio sollevando leggermente i talloni dalla pedana, per facilitare proprio un ROM di piegamento del ginocchio più ampio.
Nello studio di Larsen et al. (SportRχiv, 2025. Doi: 10.51224/SRXIV.502), gli autori hanno voluto confrontare gli effetti di un periodo di allenamento sulla risposta ipertrofica del muscolo quadricipite femorale, utilizzando una Incline Leg Press 45° con un ROM di piegamento del ginocchio di circa 100° rispetto ad uno massimo individualizzato.
Sono stati selezionati ventitré soggetti allenati (uomini=15, donne=8, età: range 22-41 e 21-32, rispettivamente; esperienza di allenamento: 7,2±3,5 anni). I soggetti si sono allenati due volte a settimana con almeno 48 ore di recupero tra gli allenamenti, con un intervallo di ripetizioni tra le 8-12 RM, fino al momentaneo cedimento concentrico. Durante la prima settimana, sono state eseguite tre serie, per un totale di sei. Dalla seconda all’ottava settimana, tutti i soggetti hanno eseguito quattro serie per allenamento, per un totale di otto serie settimanali.
In un arto, il ROM di piegamento del ginocchio è stato fissato a circa 100°, mentre in quello controlaterale, il ROM consisteva nel suo valore massimo individualizzato (154±7,8°).
Ai soggetti è stato chiesto di posizionare entrambi i talloni nella parte più bassa della pedana della Leg Press. Per la condizione di massimo ROM, è stato chiesto di eseguire il massimo piegamento del ginocchio senza consentire un’eccessiva flessione spinale o un’inclinazione posteriore della colonna lombare/toracica. Per consentire angoli massimi, ai soggetti era consentito sollevare il tallone dalla pedana.
Gli intervalli di recupero erano di circa 30 s tra i due arti e >90 s tra le serie per lo stesso arto. L’azione concentrica era eseguita il più velocemente possibile, mentre quella eccentrica durava circa 2 s. L’ordine degli arti variava ogni settimana alternando l’arto allenato per primo di settimana in settimana, per garantire che l’ordine non confondesse i risultati. Ai soggetti è stato dato un programma di allenamento opzionale che includeva il Romanian deadlift e vari esercizi per allenare il grande pettorale, il tricipite brachiale, il bicipite brachiale e la muscolatura della schiena. Non erano consentiti altri esercizi per gli arti inferiori.
È stata utilizzata l’ecografia B-mode per misurare lo spessore del muscolo della coscia media (retto femorale + vasto intermedio) e della coscia laterale (vasto laterale + vasto intermedio).
Sono state condotte analisi bayesiane per quantificare gli effetti del trattamento e fornire stime inferenziali utilizzando intervalli di credibilità e fattori di Bayes (BF). Le analisi univariate e multivariate hanno indicato prove “moderate” (BF=0,14-0,22) ed “estreme” (BF<0,01) a supporto dell’ipotesi nulla, rispettivamente.
Le analisi hanno rivelato adattamenti ipertrofici da piccoli a medi in entrambe le condizioni, con incrementi percentuali compresi tra il 2,2% e il 7,3%.
In conclusione, questi risultati suggeriscono che entrambi i ROM risultano ugualmente efficaci nel promuovere l’ipertrofia del muscolo quadricipite femorale durante un periodo di allenamento di otto settimane in soggetti allenati.