Lo scopo di questa ricerca è stato quello di chiarire se l’esercizio postprandiale possa ridurre, dopo un pasto ad elevato contenuto di grassi, l’esagerato livello di lipidemia notato nei pazienti diabetici di tipo 2. Due mattine 8 pazienti maschi diabetici (58 +/- 1,2 anni, BMI 28,0 +/- 0,9 kg m (-2)) e 7 non diabetici, appartenenti al gruppo di controllo, hanno mangiato una colazione ad elevato contenuto di grassi (680 kcal m (-2 ), 84% di grassi). Una mattina, 90 min dopo, i soggetti hanno pedalato per 60 min al 57% della loro capacità massima, mentre l’altra sono stati tenuti a riposo. Sono stati prelevati, grazie ad una biopsia, campioni del quadricipite e del tessuto adiposo sottocutaneo dopo l’esercizio o un equivalente periodo di riposo ed è stato controllato il sangue arterioso per 615 minuti. Dopo il pasto c’è un aumento nel siero dei trigliceridi totali (TG) (AUC aumento: 1702 +/- 576 vs 341 +/- 117 mmol l (-1) 600 min), chilomicroni-TG (AUC aumento: 1331 +/- 495 vs 184 + – 55 mmol l (-1) 600 min) e VLDL-TG così come dell’insulina (aumento AUC: 33.946 +/- 7414 vs 13.670 +/- 3250 pmol l (-1) 600 min), C-Peptide e glucosio sono stati superiori nei pazienti diabetici rispetto a quelli di controllo (p <0,05). In pazienti affetti da diabete queste variabili sono state ridotte (P <0.05) dall’esercizio (TG-totale aumento AUC 1110 +/- 444, aumento chilomicroni-TG AUC 1043 +/- 474 mmol l (-1) 600 min e aumento insulina AUC 18668 +/- 4412 pmol l (-1) 600 min). L’attività della lipoproteina lipasi nel muscolo e la post eparina a 615 minuti è stata minore nei pazienti diabetici rispetto al gruppo di controllo, ma non sono state notate differenze nel tessuto adiposo e modificazioni indotte dall’esercizio. Nei pazienti diabetici, 210 min dopo la fine degli esercizi, l’assorbimento di ossigeno (p<0.05) e l’ossidanzione dei grassi (p<0,1) è stato più elevato nei giorni di allenamento rispetto a quelli di riposo. Nei pazienti con il diabete di tipo 2, dopo un pasto ad elevato contenuto di grassi, l’attività fisica può ridurre sia la concentrazione plasmatica di trigliceridi di chilomicroni e VLDL che la secrezione di insulina. Questo potrebbe essere un valido suggerimento per la progressione dell’arterosclerosi e del diabete.
Tobin LW, Kiens B, Galbo H. Eur J Appl Physiol. 2008