L’indice di massa corporea (BMI) presenta varie carenze come misura dell’obesità, soprattutto quando la misura del BMI è basata su delle autovalutazioni (di peso e altezza). Il BMI è una misura indiretta del grasso corporeo rispetto ad un più diretto approccio rappresentato dalla impedenziometria. Inoltre, il BMI non necessariamente riflette i cambiamenti che si verificano con gli anni. La percentuale di massa grassa aumenta con l’età, mentre diminuisce la massa muscolare, ma le corrispondenti modificazioni di altezza, peso, e BMI non riflettono i cambiamenti della massa grassa e di quella magra. Sia la sensibilità che la specificità del BMI è risultata non essere sufficiente. Inoltre, la relazione tra BMI e percentuale di massa grassa non è lineare e differisce tra uomini e donne. La conseguenza dell’errore di misurazione dell’obesità con il BMI dipende dal fatto che essi possano essere di natura non differenziali o differenziali. Errata classificazione differenziale; potenzialmente un grande problema nel caso di uno studio con gruppo di controllo o in uno incrociato, può produrre una distorsione dei valori o addirittura renderli nulli. Errata classificazione non differenziale; potrebbe produrre una classificazione nulla. In breve, l’uso del BMI come misura dell’obesità potrebbe introdurre dei problemi di errata classificazione che potrebbero risultare determinati nella valutazione degli effetti legati all’obesità. K J Rothman International Journal of Obesity (2008)