Dieci anni fa venne scoperta una proteina, la miostatina, che ha la funzione di regolare la massa muscolare; in particolare, la miostatina impedisce ai muscoli di crescere a dismisura. Per questo la sostanza è oggetto di studio in vista della possibilità di utilizzare farmaci che ne inibiscano la produzione da utilizzare in quelle patologie, come la distrofia muscolare di Duchenne, caratterizzate da una progressiva degenerazione del tessuto muscolare.
Questi farmaci hanno peraltro attirato l’attenzione anche di atleti e culturisti che potrebbero in tal modo incrementare le loro masse muscolari senza sforzo e senza il ricorso agli ormoni dopanti “classici”.
L’uso degli inibitori della miostatina avrebbe come conseguenza, accanto al maggiore sviluppo muscolare, un indebolimento della resistenza e dell’elasticità dei tendini, che sarebbero esposti a un rischio di rottura più elevato del normale.
Il gruppo di ricerca ha condotto una serie di studi utilizzando una linea di topi di laboratorio trattati in modo da non essere in grado di produrre la miostatina. Hanno quindi testato le capacità elastiche dei tendini di questi topi rispetto a quelle dei topi normali, analizzando quindi anche gli effetti della miostatina sulle singole cellule. In questo modo hanno appurato che i geni che presiedono allo sviluppo dei tendini sono sensibili alla presenza di quella proteina, che agisce anche da ormone che promuove la produzione di tendini più resistenti e flessibili.
Università del Michigan; John A. Faulkner e collaboratori. Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).