Un nuovo studio sui topi ha chiarito per la prima volta la connessione tra dieta e meccanismi epigenetici, cioè che regolano l’espressione dei geni: questa correlazione ha come passaggio intermedio il microbioma intestinale e i metaboliti che questo produce a seconda dei nutrienti che trova nell’apparato digerente.
“Siamo ciò che mangiamo” recita un vecchio proverbio, e molti nutrizionisti sarebbero d’accordo. Eppure le ragioni fisiologiche profonde e più sottili della connessione tra dieta e stato di salute non erano state comprese.
Per la prima volta, uno studio sui topi ha ora scoperto in che modo la dieta influenza il microbioma intestinale, cioè l’insieme dei microrganismi – per lo più batteri e lieviti – che vivono nel nostro intestino, e in che modo il microbioma influenza a sua volta la trascrizione dei geni nell’intero organismo.
Gli autori dello studio hanno confrontato topi con un microbioma molto ricco e attivo e topi che ne erano privi. Hanno così scoperto le notevoli differenze che si instaurano nei meccanismi epigenetici, i processi di regolazione dell’espressione genica, in molti tessuti e in particolare in quelli del colon, del fegato e nei tessuti grassi.
In seguito hanno messo a confronto il microbioma intestinale di topi nutriti con una dieta equilibrata con quello di topi nutriti con una dieta squilibrata, cioè a basso tenore di fibre e carboidrati complessi e ricca di grassi e zuccheri semplici. In accordo con quanto scoperto in altri studi, nei due casi il microbioma è risultato differente. Con la dieta squilibrata, i topi producevano un livello inferiore di alcuni metaboliti rispetto a quelli nutriti con la dieta più salubre: più precisamente, acidi grassi a catena corta prodotti per la maggior parte per fermentazione di fibre a opera di microrganismi.
Quando l’individuo consuma una dieta ricca di polisaccaridi complessi di origine vegetale, c’è una maggiore disponibilità di cibo per il microbioma perché l’organismo umano non li può utilizzare, a differenza di quanto accade con gli zuccheri semplici.
Per confermare che fossero effettivamente i metaboliti a determinare i cambiamenti epigenetici, i ricercatori hanno somministrato a topi privi di microbioma acqua contenente acidi grassi a catena corta. Dalle analisi, è risultato che in questi topi le ?firme? epigenetiche erano le stesse che nel caso della dieta equilibrata. Ciò dimostra che i soli metaboliti erano sufficienti a produrre i cambiamenti epigenetici osservati.
Sappiamo che anche le comunità microbiche umane producono questi acidi grassi a catena corta, che si possono trovare anche nel plasma: per questo è stato ipotizzato che i meccanismi di base possano essere gli stessi.
Secondo i ricercatori, in particolare i batteri che producono butirrato, sostanza che ha un effetto antinfiammatorio sui tessuti dell’intestino, sono meno numerosi nei soggetti affetti da diabete e malattie cardiovascolari.
Federico Rey, John Denu. “Molecular Cell”. Università del Wisconsin, Madison.