Gli infortuni da stiramento dei muscoli ischio crurali (HSI, Hamstring strain injuries) sono il tipo più comune di infortunio nel calcio, rappresentandone il 13% in giocatori di alto livello. Una recente revisione sistematica e meta-analisi ha riportato che l’incidenza degli infortuni negli hamstring negli sport di squadra (Calcio, Rugby, Hockey su prato, Calcio gaelico, Hurling e Calcio australiano) è di 0,81 per 1000 ore di esposizione. Di conseguenza, una squadra professionistica può aspettarsi dai 5-6 HSI a stagione e questi infortuni sono noti per avere alti tassi di recidiva. Nel calcio professionistico, i tassi di HSI sono aumentati del 4% all’anno. Il tempo di gioco perso a causa di un infortunio può compromettere le prestazioni della squadra e incidere negativamente sulle finanze del club, rendendo la prevenzione dell’HSI un obiettivo primario. Sebbene la causa dell’HSI sia multiforme, esistono alcuni fattori di rischio modificabili nei calciatori, che includono forza e squilibrio di forza (rapporto forza eccentrica hamstring/quadricipiti inferiore a uno), affaticamento, scarsa flessibilità, minor lunghezza dei fascicoli del capo lungo del bicipite femorale (BFlh) e scarsa forza eccentrica dei muscoli posteriori della coscia. Si è dimostrato che per ogni aumento di 10 N della forza eccentrica, la possibilità di infortunio diminuisce dell’8,9%. Una varietà di programmi di allenamento per la forza, inclusi esercizi come il Nordic Curl (NHE, Nordic hamstring exercise), hanno dimostrato adattamenti favorevoli nella forza eccentrica degli hamstring e nella BFlh oltre a ridurre il rischio di un HSI iniziale e ricorrente. Sebbene l’NHE si sia dimostrato efficace, è sottoutilizzato nel calcio di alto livello, con solo il 13% delle squadre di calcio UEFA che hanno segnalato l’implementazione di programmi basati sulla ricerca in un sondaggio condotto nel 2021. Pertanto, modalità alternative di allenamento per la forza, come il Flywheel Inertial Training (FIT, i dispositivi a volano forniscono resistenza attraverso l’inerzia rotazionale generata dai volani rotanti), stanno diventando sempre più popolari. Una quantità significativa di ricerche ha confrontato il FIT con un allenamento contro resistenza tradizionale, ma pochi studi hanno considerato esercizi specifici per i muscoli posteriori della coscia (in particolare l’esercizio di Romanian deadlift, RDL). Nello studio di O Brien et al. (International Journal of Strength and Conditioning, 4(1). DOI: 10.47206/ijsc.v4i1.272), gli autori hanno voluto confrontare direttamente gli effetti di un esercizio FIT con un tradizionale RDL sulla forza dei muscoli posteriori della coscia. Sono stato selezionati ventidue giocatori di calcio U-20. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a due gruppi di allenamento: gruppo isoinerziale (FW) e gruppo tradizionale (RDL). L’esercizio di Nordic Curl (NHE) è stato utilizzato per determinare il valore della forza eccentrica e quello RDL con bilanciere sulle 3RM è stato utilizzato per la forza concentrica degli ischio crurali. Nell’esercizio di NHE, ogni soggetto ha eseguito tre ripetizioni con un recupero intra-set di 60 s. La forza di picco è stata registrata per entrambi gli arti tramite acquisizione dati wireless da celle di carico e trasmessa via Bluetooth ad un dispositivo iOS. Precedenti ricerche hanno evidenziato gli effetti della variazione del carico inerziale sulle variabili di potenza durante un RDL isoinerziale. Pertanto, per individualizzare il carico inerziale ottimale per produrre la massima potenza eccentrica, è stato utilizzato un di test di potenza precedentemente dimostrato affidabile e specifico per l’esercizio di RDL isoinerziale. La valutazione della potenza consisteva in quattro serie da otto ripetizioni, con carichi inerziali diversi per ciascuna serie (0,025, 0,050, 0,075, 1,00 kg.m2). Il carico inerziale che ha fornito la maggiore potenza eccentrica è stato quello impiegato dai soggetti. Entrambi i gruppi hanno seguito lo stesso programma di allenamento per sei settimane a parte le diverse varianti dello stacco utilizzate (volano vs. tradizionale). Entrambi i gruppi hanno eseguito quattro serie da sei ripetizioni, con il gruppo FW che ha eseguito due pre-ripetizioni sub massimali extra a bassa intensità per avviare la rotazione del volano. Il gruppo FW ha utilizzato il carico che ha permesso la massima potenza precedentemente misurata tramite il test, mentre il gruppo RDL ha utilizzato l’80% dell’1RM. Per iniziare la fase concentrica del sollevamento, ai partecipanti è stato chiesto di estendere le anche con il massimo sforzo. Nel gruppo FW, una volta raggiunta la completa estensione è stato chiesto, nel flettere l’anca, di frenare il più possibile la rotazione del volano, mentre al gruppo RDL di abbassare il bilanciere in modo lento e controllato. Per equiparare le intensità tra i gruppi FW e RDL è stato utilizzato un metodo di autoregolazione. Ai soggetti è stato chiesto di valutare i propri sforzi su una scala modificata da 1 a 10, con numeri più bassi che indicavano un minor sforzo e numeri più alti che indicavano uno sforzo maggiore (set-RPE). Per entrambi i gruppi, il carico è stato adattato per corrispondere ad un RPE di 8. I risultati hanno evidenziato un aumento significativo della forza eccentrica dei muscoli posteriori della coscia alla fine del protocollo rispetto al basale nel gruppo FW (variazione del 13%, 37 N, p = 0,03, g = 0,51), ma non nel gruppo RDL (variazione del 5%,14 N, p = 0,282, g = 0,18). Entrambi i gruppi hanno mostrato aumenti significativi nelle 3RM dello stacco rumeno (gruppo FW: variazione del 18%, 19 kg, p = < .001, g = 1,07; gruppo RDL: variazione del 28%, 26 kg, p = < .001, g = 0,99). In conclusione, questo studio evidenzia l’uso vantaggioso dell’allenamento isoinerziale (con volano) per ottimizzare l’adattamento della forza dei muscoli posteriori della coscia. Sebbene entrambi i gruppi abbiano mostrato miglioramenti simili nell’esercizio di RDL nelle 3RM, il gruppo FW ha mostrato miglioramenti superiori nella forza eccentrica.