La perdita cognitiva negli anziani è un problema sempre più diffuso nella nostra società; c’è un evidente bisogno di un nuovo approccio al trattamento di questa condizione che richieda poco sforzo ma che risulti altamente efficace e conveniente.
L’arricchimento ambientale è stato a lungo studiato nei topi, posizionandoli, piuttosto che in una piccola, in una grande gabbia con conspecifici, una ruota da corsa ed elementi fisici che cambiano regolarmente. L’arricchimento stimola la neuroplasticità, migliorando i sintomi neurologici in diversi modelli animali di disturbi neurologici simili a quelli umani.
È stato inoltre dimostrato, più specificamente, che l’arricchimento ambientale nei modelli animali di invecchiamento migliora il declino cognitivo simile a quello umano.
Il sistema olfattivo è l’unico sistema sensoriale che ha proiezioni dirette con il sistema limbico, cruciale per la memoria e le emozioni, mentre gli altri sistemi sensoriali hanno connessioni indirette con questa regione attraverso il talamo. Questo accesso unico ai sistemi di apprendimento e memoria del cervello potrebbe consentire al sistema olfattivo di prevenire o invertire il deterioramento di questi sistemi attraverso l’attivazione neurale diretta.
L’arricchimento olfattivo prevede l’esposizione quotidiana a molteplici odori e si è dimostrato che il solo arricchimento olfattivo potrebbe migliorare sia la memoria che la neurogenesi nel cervello dei topi.
Gli studi hanno inoltre dimostrato che la novità è l’elemento critico in questo tipo di stimolazione, poiché l’esposizione a miscele di odori non produce questi cambiamenti, mentre quella a più odori singolarmente sì.
on l’invecchiamento, il deterioramento delle capacità olfattive precede il deterioramento delle capacità cognitive. Inoltre, la perdita delle capacità olfattive comporta una significativa perdita sia di materia grigia che di materia bianca nel cervello umano (ad esempio, il COVID-19 in genere provoca una perdita delle capacità olfattive e può portare ad una perdita cognitiva a lungo termine).
La perdita dell’olfatto predice la perdita di materia grigia nell’ippocampo degli anziani, e la continua perdita dell’olfatto l’ulteriore perdita di materia grigia ippocampale quando si sviluppa prima un deterioramento cognitivo lieve (MCI, Mild Cognitive Impairment, condizione in cui un individuo sperimenta un lieve ma evidente declino delle capacità cognitive, come la memoria e le capacità di pensiero; tuttavia, questi cambiamenti non sono abbastanza gravi da interferire in modo significativo con la vita quotidiana o con la sua autonomia) e poi il morbo di Alzheimer.
Diversi studi hanno dimostrato che l’arricchimento olfattivo modifica l’anatomia del cervello e migliora la cognizione negli esseri umani.
Nello studio di Woo et al. (Front Neurosci. 2023 Jul 24; 17:1200448. doi: 10.3389/fnins.2023.1200448), gli autori hanno verificato se l’arricchimento olfattivo notturno potesse migliorare le capacità cognitive negli anziani.
Sono stati selezionati quarantatré soggetti anziani, maschi e femmine, di età compresa tra 60 e 85 anni, di buona salute generale, con capacità cognitive normali.
I soggetti sono stati divisi in modo casuale in due gruppi: gruppo Olfactory Enriched (Arricchito Olfattivamente) e uno di controllo.
I soggetti del primo gruppo sono stati esposti a sette diverse sostanze odorose (rosa, arancia, eucalipto, limone, menta piperita, rosmarino e lavanda) a settimana, durante la notte, utilizzando un diffusore di odori (Diffuser World). È stato chiesto loro di accendere il diffusore quando andavano a letto e l’odorante è stato rilasciato nell’aria durante la notte per due ore quando si sono addormentati. Anche i soggetti del gruppo di controllo hanno ricevuto un diffusore di odori e hanno seguito lo stesso regime dei partecipanti all’arricchimento olfattivo, ma con l’aggiunta di flaconi di acqua distillata con una quantità minima e non rilevabile di odorante. Ai partecipanti è stato chiesto di cambiare il flacone di odorante ogni giorno prima di andare a dormire. Come evidenziato precedentemente, la stimolazione olfattiva non passa attraverso il talamo, un’area cerebrale che si collega alle aree cerebrali che controllano il sonno, impedendo così agli odori di provocare una percezione cosciente durante il sonno.
All’inizio dello studio e dopo sei mesi è stata svolta una batteria di test neuropsicologici e scansioni fMRI del cervello. Per valutare l’apprendimento verbale e la memoria è stato utilizzato il Rey Auditory Verbal Learning Test (RAVLT, test neuropsicologico progettato per valutare la memoria verbale e le capacità di apprendimento; si basa su un paradigma di apprendimento di liste, in cui al partecipante viene letta una lista di quindici parole e gli viene chiesto di ricordarne il maggior numero possibile. Questo processo viene ripetuto più volte, includendo anche una lista di interferenza e prove di richiamo ritardato e riconoscimento).
I risultati hanno evidenziato che, nonostante la minima varietà di esposizione olfattiva ogni notte, una chiara differenza statisticamente significativa del 226% tra gli anziani del gruppo di arricchimento e quelli di controllo nelle prestazioni nel RAVLT e un miglioramento della funzionalità nel fascicolo uncinato sinistro (struttura cruciale per la comunicazione tra le aree cerebrali coinvolte nella memoria episodica e nell’elaborazione delle emozioni), valutata dalla diffusività media (riflette il movimento medio delle molecole d’acqua all’interno dei tessuti cerebrali).
In conclusione, lo studio ha dimostrato che anche un arricchimento olfattivo minimo, somministrato di notte, è sufficiente a indurre un miglioramento delle capacità cognitive e delle funzioni neurali in soggetti anziani. Questo tipo di arricchimento sensoriale può essere particolarmente utile, in quanto economico e poco impegnativo. Sembra anche essere in grado di migliorare con successo le capacità cognitive delle persone affette da demenza.