SCOPO DELLA RICERCA: L’attività di potenziamento muscolare (PM) può aumentare la sensibilità dell’insulina, quindi ridurre il rischio di diabete. Lo scopo di questo studio è di valutare la relazione tra PM e sensibilità dell’insulina negli adulti Americani.
DISEGNO E METODI DI RICERCA: Sono stati analizzati dati su 4,504 adulti senza diabete, di età compresa tra i 20 e i 79 anni, partecipanti alla National Health and Nutrition Examination Survey 1999-2004. La frequenza auto registrata (sedute/settimana) di PM è stata raggruppata come bassa (<1), moderata (1-2,9), o alta (>=3). La sensibilità dell’insulina è stata misurata a digiuno (QUICKIndex). RISULTATI: I soggetti sono stati valutati anche in base ai seguenti parametri: età, etnia, attività fisica tranne PM, indice di massa corporea (BMI), fumo, consumo di alcool e apporto calorico giornaliero. I valori medi di QUICKIndex per basso, moderato, e alto PM sono stati rispettivamente di 33.6, 33.9, e 34.2 (p = 0,008) per gli uomini e 34.2, 34.6, 34.6 (p = 0.009) per le donne. Le concentrazioni medie di insulina a digiuno erano rispettivamente di 75.0, 68.9 e 65.9 pmol (p = 0.017) per gli uomini e 66.9, 63.3, 61.2 pmol (p = 0.007) per le donne.
CONCLUSIONI: Non ci sono state significative differenze nei gruppi PM per quanto riguarda il QUICKIndex. L’attività di potenziamento muscolare (PM) si associa ad un livello di insulina medio più basso in generale ed in particolare se associato alla maggior quantità settimanale di sedute di PM. Stimolare la popolazione ad effettuare regolari sedute di PM può essere un metodo realistico, fattibile ed efficace di riduzione della resistenza insulinica nella popolazione.
Cheng YJ et al. Diabetes care 2007