La decelerazione rappresenta una delle capacità biomeccaniche più importanti negli sport di situazione, la capacità che fa aumentare la velocità media dell’atleta in una distanza data consentendogli di arrivare a destinazione prima dell’avversario anche in caso di minori capacità condizionali di forza esplosivo-reattiva. Atleti molto preparati in questa fondamentale capacità biomeccanica, sono in grado ad esempio di arrestarsi in uno spazio massimo di 2 metri da una velocità di oltre 8 m/s, a dir poco incredibile!
Ma quali sono le peculiarità biomeccaniche della decelerazione?
Come si insegnano?
Come se ne individuano gli errori e si apportano le dovute correzioni?
Quali sono le capacità condizionali e cognitive di supporto per massimizzarne l’efficacia?
Quanto, questa capacità, può migliorare effettivamente una prestazione sportiva contraddistinta da cambi di direzione o di senso?
L’asse longitudinale del corpo deve inclinarsi indietro, il centro di massa deve abbassarsi di quota, la frequenza del passo deve ridursi e l’ampiezza aumentare, gli arti superiori assumono un comportamento atipico; questo e altro in maniera proporzionale alla velocità di entrata al gesto ed esponenzialmente, non linearmente!
Si tratta di competenze specifiche del preparatore atletico, spesso mai analizzate quanto dimenticate in questo profilo professionale.