Un gruppo di ricerca della Coventry University ha dimostrato per la prima volta come alte dosi di caffeina incrementino direttamente la potenza e la resistenza muscolare durante le attività a intensità relativamente bassa.
La ricerca mostra un incremento della prestazione muscolare nelle attività sub-massimali, che nel caso degli esseri umani possono andare dalle attività fisiche quotidiane al correre una maratona.
Questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni per l’uso della sostanza a scopo di doping.
Un dosaggio molto alto di caffeina, somministrabile per lo più con tavolette o liquidi concentrati, rappresenta un metodo semplice e a basso costo per gli atleti che vogliano incrementare le loro prestazioni. Un lieve incremento nelle prestazioni ottenute con la caffeina potrebbe fare la differenza tra una medaglia d’oro alle Olimpiadi e un risultato inferiore.
Attualmente infatti la caffeina non è contemplata nella lista delle sostanze proibite dalla World Anti-Doping Agency (WADA) per nessuna concentrazione nel sangue e nelle urine. Prima del 2004, la stessa WADA aveva stabilito uno specifico livello di soglia per considerare doping la sua assunzione, ma questa restrizione fu in seguito eliminata.
L’attività muscolare si divide in massimale, in cui i muscoli sono spinti fino alla massima capacità di lavoro, come nel caso dello sprint o del sollevamento pesi, o sub-massimale, che copre tutte le altre attività.
Secondo i risultati, i test sono stati effettuati sulla potenza e sulla resistenza dei muscoli lunghi delle zampe posteriori di topo, nelle attività sub-massimali. Si è così trovato che al dosaggio di 70 micromoli per litro la caffeina è in grado di aumentare le prestazioni in media del 6 per cento.
70 micromoli per litro di caffeina è la massima concentrazione raggiungibile normalmente nel plasma umano, tuttavia concentrazioni di 20-50 micromoli per litro non sono inusuali nelle persone che bevono elevate quantità di caffè.
Society for Experimental Biology; Rob James: Le Scienze.