La stimolazione elettromagnetica neuromuscolare (NMES) è comunemente utilizzata per attivare i muscoli scheletrici e per combattere l’atrofia muscolare nelle popolazioni cliniche. Le raccomandazioni cliniche per NMES suggeriscono l’utilizzo di larghezze di impulso corte (100-200 micro secondi) e frequenze di impulso da basse a moderate (30-50 Hz). Tuttavia, questo tipo di NMES causa un rapido affaticamento muscolare dovuto alle intensità di stimolazione elevata (non fisiologiche) e al reclutamento non ordinato delle unità motorie. L’utilizzo sia di larghezza d’impulso (1000 micro secondi) che di vibrazioni del tendine potrebbero ottimizzare l’attivazione delle unità motorie attraverso i percorsi di riflessione spinale e quindi ritardare l’insorgenza della fatica muscolare, aumentando la forza muscolare e la massa. L’obiettivo di questo studio era quello di esaminare gli effetti acuti della vibrazione del tendine patellare sovrapposti alla stimolazione elettrica dell’estensore del ginocchio (NMES, 30 Hz) su larghezza d’impulso (1000 micro secondi) sulla forza muscolare di picco, impulso totale prima della “fatica muscolare” e sul recupero post-esercizio della funzione muscolare.
METODI: Vibrazioni sul tendine (Vib), NMES (STIM) o NMES sovrapposte alla vibrazione (STIM + Vib) sono state applicate in sessioni separate a 16 adulti sani. L’integrazione totale del tempo di coppia (TTI), la massima coppia di contrazione volontaria (MVIC) e misure indirette di danno muscolare sono state testate prima, immediatamente dopo e 1 h e 48 h dopo ogni stimolo.
RISULTATI: Il TTI è aumentato (145,0 ± 127,7%) in STIM solo per “rispondenti positivi” alla vibrazione tendinea (8/16 soggetti), ma è diminuito nei “responders negativi” (-43,5 ± 25,7%). L’elettromiografia femorale MVIC (-8,7%) e l’elettromiografia femorale rettale (RF-EMG) (-16,7%) sono diminuite dopo STIM per almeno 1 h, ma non dopo STIM + Vib. Nelle circostanze indirette di danni muscolari non sono stati rilevati cambiamenti in nessuna condizione.
CONCLUSIONI: La vibrazione tendinea sovrapposta all’ampiezza impulsiva NMES ha aumentato la TTI solo in 8 di 16 soggetti, ma ha ridotto in modo omogeneo la perdita di forza volontaria (fatica). I rispondenti negativi alla vibrazione tendinea possono trarre maggiore vantaggio da largo impulso solo NMES.
BMC Neurol. 2017 May 2;17(1):82. doi: 10.1186/s12883-017-0862-x.
Bochkezanian V, Newton RU, Trajano GS, Vieira A, Pulverenti TS, Blazevich AJ