EPOC Nei Longèvi

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EPOC Nei Longèvi

Gli anziani spesso mostrano diminuzioni della massa muscolare e della forza, che compromettono la loro indipendenza funzionale. Questi cambiamenti possono ridurre il dispendio energetico (EE) a riposo e durante attività fisica, predisponendo ad un abbassamento del tasso metabolico a riposo (RMR), ad un aumento della massa grassa e ad un rischio cardiovascolare più elevato. L’allenamento fisico contrasta questi effetti, non solo per i suoi benefici sulla massa muscolare, ma anche per l’aumento dell’EE giornaliero. Aumenti transitori del tasso metabolico sono alla base dell’aumento del EE correlato all’esercizio, solitamente indicato come consumo di ossigeno in eccesso post esercizio (EPOC). I determinanti dell’EPOC dipendono dalla modalità di esercizio. Alcuni studi hanno confrontato l’EPOC generato da esercizi aerobici e contro resistenza. In generale, è stato riportato che l’entità del VO2 valutato da 30 min a 5 ore post esercizio, è superiore dopo l’esercizio contro resistenza rispetto a quello aerobico, anche quando gli allenamenti sono equiparati in termini di EE complessivo. Degno di nota è il fatto che questi studi hanno esaminato solo giovani adulti. Non si trovano studi che hanno confrontato l’EPOC dopo un allenamento contro resistenza ed uno aerobico in soggetti più anziani. Ciò sarebbe utile, dato che differenze legate all’età nella composizione corporea o nella capacità di effettuare sforzi prolungati e intensi possono influenzare le risposte metaboliche dopo l’esercizio. Un’altra questione interessante riguarda l’allenamento simultaneo (Concurrent Training), che è stato utilizzato su di un’ampia gamma di popolazioni, compresi gli anziani. Questa modalità è vantaggiosa perché aggrega i benefici sia dell’allenamento contro esistenza che di quello aerobico. Tuttavia, non ci sono studi precedenti che abbiano confrontato il EE generato dall’esercizio aerobico rispetto a quello simultaneo o che abbiano valutato l’EPOC dopo esercizio contro resistenza, aerobico o simultaneo. Nello studio di Pilon et al. (J Strength Cond Res. 2024 Apr 1;38(4):755-761. doi: 10.1519/JSC.0000000000004683), gli autori hanno confrontato l’EPOC dopo un allenamento aerobico (AE), contro resistenza (RE) e simultaneo (CE), in condizioni isocaloriche, in individui anziani. Sono stati selezionati dieci soggetti sani di età compresa tra 63 e 82 anni (50% donne, 72,9±6,0 anni, 70,5±9,9 kg, 161,1 ± 8,0 cm). Sono state eseguite cinque visite in laboratorio, intervallate da un periodo di 48 ore. Nella prima, è stato valutato Il VO2 a riposo per 30 minuti in posizione supina. In seguito, è stato eseguito un test da sforzo cardiopolmonare massimale su cicloergometro per determinare il picco del VO2 (VO2peak) e della frequenza cardiaca (HRpeak). Nella seconda visita, sono stati determinati i carichi corrispondenti a dieci ripetizioni massime (10 RM) per gli esercizi inclusi nel RE (Leg Press, Seated Row, Leg Extension, Chest Press, Leg Curl, Shoulder Press, Hip Adductor, e Standing Biceps Curl). Nella fase di allenamento, sono state eseguite 3 serie da 10 ripetizioni all’80% delle10 RM, con un recupero di 2 min tra serie ed esercizi. Nelle visite successive, sono state eseguite le sessioni di esercizi isocalorici (RE, AE e CE) intervallate da 48 ore. Il RE veniva eseguito sempre all’inizio. La EE totale valutata individualmente durante il RE è stata utilizzata come target per le sessioni AE e CE, il cui ordine era randomizzato. Questa strategia è stata adottata a causa delle difficoltà nel predefinire la EE da raggiungere durante il RE. L’AE consisteva in un esercizio su cicloergometro eseguito al 60-65% del VO2 di riserva (VO2R), ad una cadenza di pedalata di 70±5 giri/min, fino al raggiungimento del EE target. La sessione CE comprendeva un AE e un RE. Per garantire la condizione isocalorica, il EE del RE e AE doveva generare la metà del EE target quando tali modalità erano eseguite singolarmente. Veniva eseguito prima l’allenamento RE e subito dopo quello AE. Il VO2 è stato valutato a riposo per 10 minuti in posizione supina prima degli allenamenti RE, AE e CE. Subito dopo la fine di tutte le sessioni, i soggetti si sono sdraiati su di un lettino ed è stato misurato per 30 min il VO2 post esercizio ogni 10 secondi. Il EE totale durante le sessioni di allenamento era simile (p > 0,05) nel AE (126,0 ± 30,7 kcal), RE (123,9 ± 30,6 kcal) e CE (130,8 ± 32,6 kcal) e rientrava nell’intervallo di variazione accettato del 5%. Tuttavia, il tempo per raggiungere il EE target era significativamente diverso tra le modalità di esercizio (RE: 61,4±1,9 minuti>CE: 43,3±5,6 minuti > AE: 26,6±5,7 minuti; p < 0,001). L'intensità relativa durante l'esercizio è stata superiore (p <0,05) nel AE (74±15% del VO2R) rispetto alla CE (43±13% VO2R) e al RE (24±9% VO2R). Nonostante le condizioni isocaloriche, l'EPOC e il EE medi post esercizio erano maggiori di circa il 45% (p < 0,001) nel AE (8,0±2,3 L; 40,1±11,7 kcal) rispetto a RE (5,6±1,2 L; 28,1±5,8 kcal) e CE (5,4±2,3 l; 26,9±11,5 kcal). In conclusione, l'EPOC negli anziani risultava maggiore dopo l'allenamento AE rispetto a quello RE o CE, soddisfacenti le raccomandazioni orientate alla salute per questa popolazione, e abbinati per il dispendio calorico. Inoltre, nel AE il EE target è stato raggiunto in periodo di tempo più breve e con una maggiore intensità relativa, seguito da CE e RE. Ciò suggerisce che l'intensità dell'esercizio sarebbe determinerebbe maggiormente il VO2 post-esercizio rispetto al volume complessivo, rappresentato dal EE.