Fattori di rischio e meccanismi degli infortuni del ginocchio nei runners.

corsa 1

Fattori di rischio e meccanismi degli infortuni del ginocchio nei runners.

Circa 36 milioni di americani corrono, e 10,5 milioni di persone che corrono almeno 100 giorni all’anno. Anche se gli infortuni della corsa sono molto conosciuti dal punto di vista medico, non lo sono i loro potenziali fattori di rischio. SCOPO: Lo scopo di questo studio è quello di identificare i comportamenti e i fattori di rischio fisiologici che influenzano i meccanismi potenziali di infortuni al ginocchio, compresi le forze e i momenti dell’articolazione. METODI: Alla ricerca hanno partecipato 20 adulti di età compresa tra i 20 e 55 anni (n= 7 maschi e n=13 donne). Durante la prima visita di screening, è stata valutata la flessibilità del quadricipite e degli hamstring, il Q-angle, l’altezza e il peso. Durante la seconda visita di screening, i soggetti hanno riposto ad un questionario ed è stata analizzata la loro andatura in modo da calcolare il carico del ginocchio. RISULTATI: Il peso corporeo (r = 0.48, P = 0,03), il chilometraggio settimanale (r = 0.62, P = 0.005), e la forza concentrica di estensione del ginocchio (r = 0.68, p = 0,0001), sono state correlate in maniera significativa con la forza compressiva tibiofemorale. Il momento dell’estensione del ginocchio ha mostrato una correlazione negativa con la flessibilità degli hamstring (r = -0.47, P = 0,04). E’ stata rilevata una correlazione positiva tra il chilometraggio settimanale (r = 0.50, P = 0,03) e la forza concentrica di estensione del ginocchio (r = 0.60, p = 0.01) con la forza rotulo-femorale. CONCLUSIONI: I risultati di questo studio correlano maggiori carichi all’articolazione del ginocchio in soggetti con una scarsa flessibilità degli hamstring, un maggiore peso corporeo, un maggiore chilometraggio settimanale e una maggiore forza muscolare. La maggior parte di questi fattori di rischio possono essere modificati in maniera tale da ridurre i carichi articolare e, di conseguenza, diminuire il rischio di infortuni. Messier SP, Legault C, Schoenlank CR, Newman JJ, Martin DF, Devita P. Med Sci Sports Exerc. 2008