Nell’arco di poco più di un secolo, le prestazioni in tutte le specialità sono incredibilmente migliorate, e a questo fenomeno ha sicuramente contribuito in misura rilevante il miglioramento delle tecniche di preparazione degli atleti, ma a influire in misura rilevante sono stati anche i cambiamenti nei materiali utilizzati nelle diverse discipline.
Ovviamente il contributo è tanto maggiore quanto più una disciplina dipende dall’uso di un attrezzo più o meno sofisticato: il caso del salto con l’asta è particolarmente evidente, visto che si è passati dal bambù ai metalli per approdare prima alla fibra di vetro e poi alle fibre di carbonio variamente strutturate. Tuttavia alcuni sport hanno fruito in misura ancora più rilevante dei progressi tecnici, come per esempio il ciclismo: il record dell’ora è stato migliorato addirittura del 221 per cento. Molto sensibile è stato il contributo anche a discipline come il giavellotto e il tennis (e per quanto riguarda gli sport invernali lo sci), ma i materiali altamente ingegnerizzati possono fare la differenza anche quando il loro contributo potrebbe passare inosservato. È il caso dei materiali morbidi come i tessuti sintetici, che oggi consentono agli atleti una gestione del calore corporeo molto più efficiente o, come i costumi per il nuoto, che permettono significative riduzioni nell’attrito.
Proprio la constatazione del fatto che alle Olimpiadi di Pechino del 2008 ben il 94 per cento delle gare di nuoto vennero vinte da atleti che indossavano costumi di una specifica marca, che aveva creato costumi con copertura in laminato, portò alcuni critici a parlare di doping tecnologico e convinse la Federazione internazionale del nuoto – dopo un’ulteriore sequenza di vittorie “del costume” – a escludere i laminati dai materiali consentiti.
“Materials and technology in sport”; Nature Materials; Biomaterials in the repair of sports injuries. VOL 11|AUGUST 2012. Mike Caine, Kim Blair & Mike Vasquez.