Ovvero, per ogni serie in programma, è meglio avere un numero prefissato di ripetizioni da eseguire in maniera indipendente dal tempo, oppure, è meglio avere un tempo prefissato ma indipendente dal numero di ripetizioni effettuabili entro la sua durata?
La risposta è tutt’altro che scontata, in particolare proprio perché si tratta di allenamento funzionale.
Entrando nel campo della teoria dell’allenamento, è necessario analizzare le caratteristiche specifiche dell’allenamento funzionale.
Si tratta di un allenamento quantitativo o qualitativo? Nel primo caso i parametri fisici sono misurabili, con particolare riferimento al Lavoro e alla Potenza meccanica esterna espressa. Nel secondo caso, i parametri quantitativi perdono di valore o/e di misurabilità ed entrano in gioco altri elementi che sottostanno a criteri di obbiettività prima che di oggettività.
In entrambi i casi, però, i parametri fisiologici possono essere egualmente misurati ma arrivare a confrontare il rendimento non sarebbe cosa da poco.
Semplificando il problema, si provi a mettere a confronto l’esercizio di squat effettuato su piano stabile o instabile!
In entrambi i casi l’esercizio è misurabile in termini fisici ma non confrontabili tra di loro se non con una instabilità normalizzata. Questo stratagemma però elude l’imprevedibilità intrinseca degli aspetti perturbativi, snaturando il concetto stesso di allenamento funzionale.
Se l’allenamento è qualitativo, ovvero con peculiarità coordinative che eludono le espressioni quantitative, la stabilità della qualità coordinativa può essere dipendente solo da se stessa.
Rispondendo alla domanda posta nel titolo di questo post, è quindi chiaro che l’allenamento funzionale è meglio a …?
Prova a dare la risposta!
Se pensi che sia difficile, non preoccuparti, le cose troppo facili non tutelerebbero la tua professione.