Si fa presto ad accusare il desiderio di somigliare ai modelli di bellezza femminile dominanti nei mass media per l’anoressia che colpisce le donne con una frequenza dieci volte superiore a quella degli uomini. Le cause di questa notevole differenza in realtà non sono ancora comprese, e troppo spesso ne vengono sottovalutate le origini genetiche, come ricorda un nuovo studio pubblicato sul numero di dicembre degli Archives of General Psychiatry, nel quale Marco Procopio, psichiatra dell’Università del Sussex, e Paul Marriott, esperto di statistica presso l’Università di Waterloo, nell’Ontario, prendono in esame un ampio campione di gemelli nati in Svezia negli anni tra il 1935 e il 1958. La scoperta più significativa riguarda 4.478 gemelli di sesso opposto, tra i quali i soggetti maschili hanno presentato una maggiore probabilità di sviluppare il disturbo, rispetto a quanti avevano un fratello gemello. I due ricercatori ipotizzano che la spiegazione del fenomeno sia nella produzione di sostanze, probabilmente di tipo ormonale, come gli estrogeni, che ha luogo durante la gravidanza in presenza di un feto femminile, e che incrementa il rischio di sviluppare l’anoressia in età adulta anche per gli uomini che abbiano una sorella gemella. Tuttavia, gli autori dello studio non escludono che in questo caso il solo fatto di crescere insieme a lei rappresenti per il fratello un fattore di rischio che può aggiungersi o addirittura sostituirsi a quello genetico, dando così ragione agli scienziati convinti che la migliore spiegazione di un disturbo tanto complesso combini le cause genetiche con quelle ambientali. Panorama (2007)