La letteratura esistente suggerisce che il carico inerziale della pedivella ha un piccolo effetto sulle risposte dei ciclisti non allenati. Tuttavia, ciò sarebbe utile per essere al corrente di qualsiasi possibile effetto nella popolazione allenata, tenuto conto dei numerosi studi di laboratorio condotti utilizzando ergometri a bassa inerzia. Dieci ciclisti (VO(2max) medio = 62.7 ml x kg(-1) x min(-1), s = 6.1) hanno partecipato a questo studio. I ciclisti hanno completato due prove da 7 minuti, a due carichi separati di inerzia in un ordine controbilanciato. Il carico inerziale usato era 94,2 Kg x m(2) (prova ad alta inerzia) e 2.4 kg x m(2) (prova a bassa inerzia). Le varie misure fisiologiche e biomeccaniche sono state raccolte durante lo studio. Non c’erano differenze fra il carico inerziale per il picco medio del momento torcente e la media del minimo del momento torcente, per il consumo di ossigeno, le concentrazioni di lattato e la percezione dello sforzo. Le varie misurazioni mostrano una variabilità individuale per le concentrazioni di lattato e la media del minimo del momento torcente, ciò dimostrato dal coefficiente di variazione>10%. Tuttavia i risultati ottenuti sono molto coerenti con quelli precedenti nel suggerire che il carico inerziale della pedivella ha un piccolo effetto diretto sui parametri fisiologici e sulla propulsione biomeccanica durante la pedalata in stady-state, almeno quando la cadenza è controllata. Edwards LM et al. Journal of Sports Sciences (2007)