Secondo i modelli adottati dagli autori una riduzione del consumo di sale nelle 23 nazioni considerate potrebbe essere raggiunto con una riduzione volontaria del contenuto di sale da parte dell’industria della preparazione alimentare, sostenuta da campagne sui mezzi d’informazione. Riducendo l’introito di sale del 15 per cento e seguendo alcune linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità sul controllo del fumo di sigaretta potrebbero essere evitate milioni di morti correlate alle patologie croniche, con una spesa di soli 36 centesimi di dollaro per persona all’anno. È quanto sostiene sull’ultimo numero di “Lancet” uno studio condotto da Perviz Asaria, del Kings Fund London. Nella loro analisi gli autori hanno considerato 23 paesi del mondo che ospitano l’80 per cento del totale delle patologie croniche per quanto riguarda le nazioni con un prodotto interno lordo basso o medio. In questi paesi, il sale viene utilizzato per conservare la carne e il pesce, oltre che per la preparazione di condimenti e salse. Semplici accorgimenti dietetici potrebbero portare a una riduzione del sodio di 3-4,5 grammi al giorno, circa il 30 per cento dell’introito medio quotidiano. Secondo i modelli adottati dagli autori una riduzione del consumo di sale nelle 23 nazioni considerate potrebbe essere raggiunto con una riduzione volontaria del contenuto di sale da parte dell’industria della preparazione alimentare, sostenuta da campagne sui mezzi d’informazione al fine di incoraggiare abitudini alimentari più corrette. Tale strategia, sempre secondo gli autori, potrebbe evitare circa 8,5 milioni di decessi nel decennio 2006-2015. Per quanto riguarda il controllo del fumo di sigaretta, gli autori puntano l’attenzione sull’adozione di quattro parti del Framework Convention on Tobacco Control (FCTC) dell’Oms: incrementare la tassazione sul tabacco, estendere le aree in cui è vietato fumare, mettere in atto campagne di informazione sui pacchetti di sigarette e sui media, bandire la pubblicità e la promozione delle marche di sigarette. Tali interventi potrebbero ridurre la prevalenza del fumo di sigaretta, secondo le stime, di 20 punti percentuali, ed eviterebbero altri 5,5 milioni di decessi dovuti a patologie cardiovascolari, respiratorie e tumori. Le scienze (2007)