Nonostante oltre 50 anni di ricerca, il campo della nutrizione sportiva continua a crescere ad un ritmo rapido. Mentre il tradizionale focus della ricerca è stato quello centrato sulle strategie per massimizzare le prestazioni durante le competizioni, dati emergenti degli ultimi dieci anni ha dimostrato come, sia macronutrienti e che la disponibilità di micronutrienti, possono svolgere un ruolo di primo piano nella regolazione delle vie di segnalazione delle cellule che modulano gli adattamenti del muscolo scheletrico per la durata e l’allenamento di resistenza. Tuttavia, nel contesto della prestazione fisica, è chiaro che i carboidrati (ma non il grasso) rimangano ancora i re; essi scelgono accuratamente ergogenici ben selezionati (ad esempio caffeina, creatina, bicarbonato di sodio, beta-alanina, nitrati) i quali possono tutti promuovere le prestazioni nella corretta impostazione di esercizio.
In relazione all’allenamento, tuttavia, ora si pensa che periodi strategici di riduzione di assunzione di carboidrati ed una elevata dieta proteica possano aumentare un adattamento all’allenamento, mentre l’alta disponibilità di carboidrati e la supplementazione di antiossidanti può effettivamente attenuare l’adattamento all’allenamento.
Le evidenze emergenti suggeriscono anche che la vitamina D può giocare un ruolo regolatore nella rigenerazione del muscolo e la conseguente ipertrofia. Infine, nuovi composti (anche se in gran parte sono stati esaminati in roditori), come epicatechine, riboside nicotinamide, il resveratrolo, idrossi-metilbutirrato, acido fosfatico e acido ursolico sembra possano anche promuovere o attenuare gli adattamenti del muscolo scheletrico all’allenamento di resistenza e di forza. Nell’insieme, è chiaro che la nutrizione sportiva è molto a cuore del motto olimpico, Citius, Altius, Fortius (più veloce, più alto, più forte).
Free Radical Biology and Medicine. 2016. Volume: 98. Pages: 144-158. Close, G. L.Hamilton, D.L.Philp, A.Burke, L. M.Morton, J. P.