“Secondo alcune teorie il nostro sistema visivo si è evoluto per identificare facilmente bacche, frutta e verdura particolarmente nutrienti nel mezzo del fogliame della giungla”. Il sistema visivo umano è tricromatico: nella retina, l’organo fotosensibile dell’occhio, ci sono tre classi di fotorecettori (coni) sintonizzate preferenzialmente su tre diverse bande dello spettro visivo. Questo implica che possiamo vedere un gran numero di colori (più degli animali monocromatici e dicromatici, meno di quelli che hanno 4 o addirittura 5, e più, tipi di fotorecettore
Cosa cerchiamo in un cibo? Che sia nutriente, ovviamente, cioè che abbia un alto contenuto calorico (e anche proteico). “Nei cibi naturali, non processati, il colore è un buon predittore dell’apporto calorico”. “Più un cibo non processato tende al rosso più è probabile che sia nutriente, mentre quelli verdi tendono a essere poco calorici”. Il nostro sistema visivo si è evidentemente adattato a questa regolarità .
La letteratura scientifica mostra chiaramente che i cibi cotti vengono sempre preferiti a quelli naturali e l’effetto si osserva anche in specie diverse da quella umana.
Il codice colore non entra in funzione per oggetti diversi dal cibo: la preferenza del rosso sul verde non si osserva con oggetti non commestibili. Questo significa che il codice colore del sistema visivo si attiva, correttamente, solo con gli stimoli alimentari.
Un semaforo per un’alimentazione più sana
L’osservazione dell’esistenza di questo effetto, oltre ad approfondire le conoscenze sul sistema visivo, offre prospettive interessanti su molti fronti, dal marketing del cibo al trattamento dei disturbi alimentari, quindi con una importante ricaduta sulla gestione della salute pubblica.
Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA); Trieste, Raffaella Rumiati; Scientific Reports