Gli acidi grassi n-3 presenti nel pesce e nei frutti di mare possono prevenire o ritardare la formazione del cancro alla prostata, ma gli studi non hanno supportato uniformemente questa ipotesi. OBIETTIVO: Abbiamo esaminato la relazione tra l’apporto di acidi grassi n-3 con il cancro alla prostata e la mortalità. DESIGN: Alla ricerca hanno partecipato 20,167 uomini che non avevano il cancro nel 1983. RISULTATI: Durante i 382,144 anni-persone di follow-up, è stato diagnosticato a 2161 uomini un cancro alla prostata e 230 sono morti. L’apporto di pesce non è stato correlato con il cancro alla prostata. L’analisi della sopravvivenza degli uomini con diagnosi di cancro alla prostata ha rivelato che chi consuma pesce 5 o più volte alla settimana ha un rischio del 48% più basso di sviluppare un cancro alla prostata mortale rispetto agli uomini che consumano pesce uno volta a settimana [rischio relativo (RR) = 0.52; 95 % CI: 0,30, 0,91, P per trend = 0.05]. Una simile associazione è stata trovata tra il consumo di acidi grassi n-3 e la mortalità per cancro alla prostata (RR (D5 rispetto a Q1) = 0.64, 95% CI: 0,42, 0,99, P per trend = 0,02). Questa associazione diventa più forte se l’analisi sono limitate ai casi clinicamente accettati. CONCLUSIONI: Questi risultati suggeriscono che il consumo di pesce non è correlato con l’incidenza del cancro alla prostata ma migliora la sopravvivenza dopo la diagnosi di cancro alla prostata. Chavarro JE, Stampfer MJ, Hall MN, Sesso HD, Ma J. Am J Clin Nutr. 2008